Un weekend a Londra tra musei e passeggiate gourmet

Il weekend a Londra ha sicuramente superato tutte le mie aspettative. Qui vi ho parlato della meravigliosa opportunità che mi è stata data: un invito a soggiornare al Morton Hotel, una struttura completamente ispirata all’arte del Bloomsbury Group e due biglietti per la mostra Virginia Woolf: art, live and vision con lo splendido catalogo come cadeau. Ora immaginate di corredare questa fortuna sfacciata ad un’inusuale convergenza atmosferica stranamente assolata per l’uggiosa Albione, un albergo che si affaccia dentro Russel Square Park e avrete un fine settimana estivo nel cuore di Londra.

Non serve che tessa le lodi del Morton per quel che riguarda l’ambiente raffinato, la cura dei dettagli, la qualità del servizio e del cibo, insomma di tutte quelle peculiarità che rendono luxury una struttura, ma una nota di merito va sia alla cortesia delle persone al front desk che alla minuzia con cui è arredato. Ogni stanza, dedicata ad uno dei protagonisti del gruppo di Bloomsbury, è elegantemente ammobiliata secondo il gusto artistico del movimento, in particolar modo secondo l’estro di Vanessa Bell, sorella di Virginia, e di Roger Fry, compagno e amico di tutta una vita.

Ammetto di aver passato una mezz’ora buona in contemplazione e tutto il venerdì è scivolato in questo mood, perché abbiamo deciso trascorrerlo alla National Portrait e, cercando di sorvolare il più possibile sui miei deliri da fan invasata, devo spendere qualche parola. L’allestimento è ricco, ragionato e minuzioso: un arco cronologico sulla vicenda familiare della scrittrice sotto forma di foto, lettere e manoscritti che si intreccia coi dipinti e le opere dei tanti artisti, storici e uomini di cultura che hanno fatto parte della sua vita; opere prime di scrittori che hanno solcato l’ultimo secolo e che sono entrati nella galassia della Hogarth Press (la casa editrice che Virginia fondò con suo marito Leonard) e alcuni oggetti riguardanti la vita privata. Emozionate vedere in una teca il bastone che la scrittrice conficcò nel terreno prima di annegarsi e che suo marito trovò solo molti giorni dopo, che sembra stridere con le immagini (poco distanti in un’installazione video) di Virginia in giardino che ride e scherza con i suoi amici Lytton Strachey, Maynard Keynes, T.S. Eliot, tutti mostri sacri della cultura inglese che lì mostrano la loro vera essenza umana, nei gesti comuni di una giornata felice.

Borough Market

Il resto del weekend è volato tra mercatini, passeggiate interminabili, le meraviglie del Victoria&Albert Museum, con l’incredibile monografica su Constable, ottimo sushi a Soho e la tradizionale domenica mattina a Camden Town prima di tornare a casa. In pillole, cerco di riassumere alcune delle cose che ho amato di più di questa tre giorni londinese, momenti culturali esclusi.

  • Fare un breve aperitivo ai banchetti del Borough Market e salire al primo piano per mangiare da Roast: una succulenta fiorentina rare accompagnata da un Malbec argentino della Bodega Ruca Malèn del 2011, appositamente imbottigliato per loro, che mi ha rubato le papille gustative e, soprattutto, un Bloody Mary indimenticabile!
  • Giocare con uno scoiattolo a Russell Square, mentre celebriamo il nostro rito dell’assaggio dei nuovi macarons di Pierre Hermé (Infiniment Jasmin è letteralmente divino).
  • Fare shopping da Selfridges, mangiare aragosta da Burger&lobster al 5° piano di Harvey Nichols a Knightsbridge e passeggiare per Bond Street proprio come Mrs Dalloway, ma destarsi dal momento poetico e tornare nel 21° secolo grazie ad un flash mob.
  • Essere riconosciuti dai camerieri di Taro, il nostro sushi di fiducia a Londra.

Abbiatene cura e fatene buon uso perché questi indirizzi fanno parte del mio prezioso carnet londinese e non vi deluderanno, ve l’assicuro!

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