L’ultimo giorno a Creta è scivolato senza che ce ne accorgessimo, tra un ultimo bagno nelle acque cristalline e  le vie della città vecchia di Chania, alla ricerca di formaggi locali, borse di pelle artigianali e coltelli autentici: sembra un’impresa facile, considerato il numero di negozietti e bancarelle, ma per comprare oggetti di vero artigianato locale, abbiamo faticato un po’. Visto che lo shopping mi sta particolarmente a cuore e ho fatto buoni affari, sicuramente farò un post ad hoc prossimamente, così come per i ristoranti. Creta è piena di taverne in cui difficilmente mangerete male, ma alcuni posti sono delle vere chicche e meritano davvero, come ad esempio l’ex hammam in cui abbiamo mangiato cibo greco-ottomano l’ultima sera.

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Come riuscire a provare le migliori pasticcerie della città? Semplice, basta saltare la colazione e trasformare il pranzo in una festa di zuccheri. Prima di avventurarci verso est, abbiamo fatto tappa a Rethymno per assaggiare i deliziosi kataifi di Yiorgos Hatziparaskos: è in Vernardou 30, la via che fa angolo con la moschea di cui vi parlavo. Non l’avevamo nemmeno visto, perché ci aspettavamo un comune negozio e invece era un laboratorio d’altri tempi in cui una coppia  stendeva la pasta fillo su ampi tavoli di legno; abbiamo fatto capolino sull’uscio e la signora ci ha mostrato i dolci che aveva appena confezionato in dei vassoi d’alluminio.

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Frangokastello è un piccolo villaggio adagiato su una pianura arida, non ha un vero centro, la sua peculiarità è la fortezza veneziana color sabbia che domina la spiaggia sottostante, così l’abbiamo scelto per la nostra giornata di mare.
La fortezza fu eretta dai veneziani nel 1204 dopo la Quarta Crociata sia per proteggere la costa, che per controllare i ribelli cretesi e fu teatro di molti scontri. Secondo una leggenda locale, all’alba dell’anniversario di una battaglia coi turchi, è possibile vedere i fantasmi dei soldati marciare verso la spiaggia; è il cosiddetto fenomeno della Fata Morgana, un miraggio, una particolare illusione ottica e infatti ho notato diverse strutture adiacenti portare questo nome.

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La parola chiave di oggi è “lentezza”. Ci siamo svegliati tardi e siamo tornati a mangiare pesce al porticciolo di Rethymno. Ci mancava di visitare la città vecchia e avevamo voglia di addentrarci nei vicoli, curiosare nei negozietti di pellame e rilassarci all’ombra della Fontana Rimondi, con le sue teste di leone sonnolente che sputano acqua dal 1600.

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Per la nostra giornata di mare abbiamo scelto Glyka Nera, chiamata anche Sweetwater beach, a causa dell’acqua dolce che sgorga dal sottosuolo molto gradita dalle caprette che pascolano tranquille tra gli ombrelloni (this is Creta!)
La spiaggia è raggiungibile via mare da Hora Sfakion con un servizio di taxi boat a 4 euro o con taxi individuali più costosi: abbiamo trovato gli orari online, ma nonostante fossimo in ritardo, fortunatamente era in partenza una nuova barca e ne abbiamo viste altre transitare oltre quelle indicate. Probabilmente nei periodi di maggiore affluenza intensificano le corse a seconda delle persone che si assiepano al chioschetto.

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Dopo la giornata di ieri, passata in totale relax sulla spiaggia rosa di Elafonisi, oggi ci siamo avventurati ad est di Hania per un itinerario davvero coinvolgente.
La prima tappa è stata la fortezza veneziana di Rethymno, costruita nel 1581 ed espugnata dai turchi nel 1646 che vi costruirono una moschea: il sito è sostanzialmente integro e ben conservato e si può godere di una vista mozzafiato; vi dico solo che nonostante il caldo asfissiante ci siamo fermati un quarto d’ora a fare foto al panorama!

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Giornata completamente dedicata ai Minoici e alla regione vinicola di Iraklion: stancante, ma vi assicuro che la fatica è ampiamente ricompensata. Siamo partiti in macchina raggiungendo il Palazzo di Cnosso dopo circa due ore, durante le quali poterete ammirare meravigliosi panorami a picco sul mare (a meno che non abbiate cinque anni come me e non vi addormentiate dopo una mezzoretta scarsa).

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La spiaggia di Balos e l’isola di Imeri Gramvousa non hanno bisogno di parole, per questo lascerò il campo alle foto che abbiamo fatto oggi e vi darò solo qualche informazione.
Entrambe si trovano nella zona dell’incontaminata penisola di Gramvousa e il modo più comodo di raggiungerla è partecipando ad una gita in barca. A dire il vero la Lonely indica un percorso indipendente da intraprendere col fuoristrada per raggiungere Balos, ma non solo lo definisce “una strada sterrata dal fondo molto dissestato”, ma nella descrizione mi ha ricordato molto la mulattiera di ieri, quindi la soluzione via mare ci è sembrata di gran lunga la soluzione più agevole.
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È stata una partenza sofferta con problemi ed intoppi che ci hanno seguiti praticamente fino alla scaletta dell’aereo, per questo il tramonto sul mare cristallino di Phalasarna in questo momento mi sembra ancor più paradisiaco.

Vorrei potervi dire che la spiaggia è facilmente raggiungibile, ma purtroppo (o per fortuna in fondo) il navigatore di google ha deciso di farci inerpicare su una mulattiera scoscesa e rocciosa, mentre un esercito di enormi insetti impazziti si lanciava contro il lunotto della nostra macchina. Abbastanza inquietante, ma la deviazione ci ha permesso di ammirare lo splendido panorama dall’alto e scoprire la natura selvaggia e aspra di Creta: una terra brulla piena di ulivi e ibiscus sgargianti.

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Come sopravvivere all’ennesimo weekend di pioggia? Semplice: progettando minifughe autunnali low cost e facendo il planning dell’imminente viaggio a Creta davanti a una fetta di strudel!

Dopo lo studio della Sacra Lonely Planet, dopo settimane (o mesi a seconda del viaggio)  passate a raccogliere pezzi di articoli, link, indirizzi di ristorantini e negozietti irrinunciabili ed eventuali coupon di cene acquistati, arriva il momento di organizzare tutto in modo funzionale, anche se all’inizio rendere efficiente il caos anarchico che ho accumulato può sembrare  un’impresa titanica.

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